25 aprile, quota 72

Siamo a quota 72. Una scalata durissima, iniziata il 25 aprile 1945.

E sempre più scopriamo che gli sforzi e i sacrifici fatti per arrivare qui e andare oltre, sono sprecati.

Sprecati perché anche se questa celebrazione ricorda la liberazione dal nazifascismo, basta guardarsi intorno per capire che in realtà non è mai successo.
E non diciamo che siccome esistono partiti politici che usano il termine “sinistra” o similare, il fascismo sia vinto, sia esaurito.

Non c’è niente di più fascista di un partito che ritenga di essere democratico e storicamente legato all’antifascismo e si comporti come certi partiti della scena odierna. A dimostrazione che puoi metterti una fascia rossa ma essere nero come la pece.

E poi, alla fine, certi comportamenti del nostro governo non sono fascisti?

Imporre a un’azienda di rimuovere la bandiera italiana dal proprio marchio non è fascista?

Imporre ad artigiani che portano avanti una tradizione antica il passaggio a metodi di produzione imposti dalle grandi multinazionali non è fascista?

Continuare imperterriti a dichiarare che è sempre colpa di qualcun altro per tutto quello che succede, che si tratti di economia o di politica, non è fascista?

In questi 72 anni le cose sono peggiorate di giorno in giorno, questo è innegabile. E sempre più appare inutile il sacrificio di vite che ci ha regalato la perdita della democrazia, travestendola da democrazia “illuminata”. Illuminata da una lampadina fulminata.

E dopo tutto, finché ci sono da strisciare le dita sullo schermo di uno smartphone, a chi frega di liberazione e 25 aprile?
Quello che conta è trovare un wi-fi disponibile e avere una buona connessione dati.
Così si può mettere un bel “like”, il 25 aprile, sulle bandiere tricolore online.
Purché non si debba fare qualcosa nel mondo reale, ovviamente.

Di Published On: 24 Aprile 2017Categorie: BlogTag: ,

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