Modena via Bologna

Cosa ci spinge a fare certe cose?
Ad esempio, cosa ci spinge a conservare i biglietti del treno, visto che non ce li rimborsa nessuno?
Durante i 20 mesi di Servizio Civile, tornavo a casa anche solo per poche ore (no, non c’erano donne da andare a trovare). La biglietteria della mia città era misera, così misera che l’han chiusa da un pezzo.
E certo c’è da pensare, guardando quei biglietti, quasi tutti in fila. Ma c’ero solo io che andavo a Modena in treno? Almeno fra il 3 novembre 1986 e il 23 novembre 1987 pare proprio di sì!
Con senno di poi certo, ma la benzina costava già tanto per me. E poi c’era l’autostrada, ben 173 km.
Un viaggio da casa a Nonantola, dove facevo il Servizio, significava un impegno da 5 a 6 ore, fra treno e autobus. Vuoi mettere? Ottomilatrecento lire! Poi l’autobus, ma quei biglietti non li ho.
Oggi sono 29,65€ che tradotte in “vecchie lire” sono qualcosa come 57.410 lire (i decimali non c’erano).
Certo, secondo gli orari il viaggio sarebbe durato meno, circa 2 ore e mezza. Se c’hai culo e trovi le coincidenze. Poi c’è l’autobus, un mondo a parte.
Quello che non è cambiato è la qualità del trasporto, i vagoni erano dei cessi allora e lo sono anche oggi. Anche perché spesso sono gli stessi, solo malamente riverniciati.
Credo che farò un quadretto con quei biglietti. Sono comunque un elemento di stranezza non comune…