Museo del Synth marchigiano e italiano, Macerata 2019

Una delle cose da fare, nella vita, è avere la possibilità di prendersi un po’ di giorni liberi e trasferirsi a Macerata per essere presenti a tutte le iniziative del Museo del Synth Marchigiano. Un sogno.

Quest’anno mi sono limitato a un paio d’ore, ma che ore!

Vedere le persone che sono state parte inconsapevoli della propria crescita professionale è una cosa che non capita tutti i giorni.

Ho visto dal vivo e ringraziato l’architetto che disegnò la grafica del sintetizzatore BIT99, che avrei preso mentalmente come esempio di pulizia e chiarezza quando ho disegnato la grafica dei mixer SGM Studio e nientepopodimenoche il signor Carlini in persona, l’uomo e l’azienda che per anni ho sentito nominare quando “partorivamo” i pannelli dei mixer e delle apparecchiature sulle quali lavoravo prima nel DDR della LEM, poi alla SGM e poi ancora altri marchi… Carlini era lì, era l’entità mistica che ci permetteva di ottenere quello che inizialmente era in testa, poi sulla carta e quindi sui palcoscenici nel mondo.

Certo, io sono fortunato e sicuramente molti non hanno il mio “background”, ma questo è irrilevante.

Questo Museo è qualcosa che va tutelato, merita una sede definitiva e operante 365 giorni all’anno. Pazienza per i bisestili. Ma non si può lasciare questo progetto come “temporaneo”.

Questa edizione ha avuto meno strumenti in esposizione, ma quasi tutti accesi e si potevano provare! Come ho già detto lo scorso anno, strumenti che avevo sentito nominare, altri che conoscevo dai dischi, alcuni che non sapevo nemmeno fossero esistiti. E tutti VIVI e VEGETI!

E la parte espositiva ha anche spazio per “l’odierno”, per le cose nuove proposte dai marchi storici marchigiani e italiani, vecchi e nuovi, fianco a fianco con i loro nonni.

Per non parlare delle tante sessioni live, perché è la parte più bella di tutto.

A me piace pensare che un giorno qualcuno abbia collegato, magari per sbaglio, un altoparlante a un circuito che stava andando in autooscillazione ed abbia sentito per primo una sweeppata. Una roba mai sentita prima da umano. E questa persona abbia pensato che era una figata. Che era qualcosa che invece che casuale si poteva gestire ed implementare in un generatore di suoni.
Idealisti, folli. Persone che hanno capito e permesso a tutti gli altri di sentire musica, spesso grande musica, creata con suoni originati dal caos primordiale di un “pink noise” o di un “white noise”. Persone che spesso oggi non ci sono più mentre sopravviveranno in eterno le loro intuizioni.

Oggi è più facile fare certe cose, l’analogico è affiancato dai processori DSP, che permettono di fare cose impensabili o solo sognate quando tutto questo è partito dagli anni ’60 del 1900.

E quando ti può ricapitare di vedere recuparate, riparate e rimesse all’opera le attrezzature del progetto IRIS MARS? Quest’anno si può, sono lì. Puoi toccarle.

Oppure vedere la versione italiana dell’Alpha Syntauri? Quanti ce ne saranno in giro?

Peccato che non sia andato in porto il mio progetto di realizzazione della mappa mondiale di tutti i sintetizzatori italiani. Sapere dove sono, se sono vivi, se giacciono in un dimenticatoio… Ma chissà, c’è tempo per tutto.

Lunga vita al Museo del Synth Marchigiano!

Di Published On: 26 Ottobre 2019Categorie: BlogTag: , , , ,

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