Piccole grandi speranze
Ci siamo.
Manca poco all’inizio del nuovo anno. Ovviamente mi riferisco al vero inizio, non a quello del calendario gregoriano.
L’unico momento dell’anno (uno dei 4, a dire il vero) che ogni civiltà di questo pianetucolo ha celebrato da sempre, finché non è intervenuta la “civilizzazione”. E ovviamente il commercio, il denaro.
Tutto questo ci ha dato un falso calendario ma comodo più o meno per tutti. Un calendario talmente sballato che ogni 4 anni richiede 1 intero giorno in più per pareggiare i conti.
Il Solstizio d’inverno, invece, è quel momento in cui le giornate cominciano di nuovo ad avere il giorno più lungo della notte. È il momento della rinascita, della nuova luce.
Ed essendo la nuova luce, ovviamente si presta alle interpretazioni di ogni possibile religione. E quella cristiana celebra la nascita del proprio legale rappresentante il più possibile vicino al giorno del Solstizio, finché il natale non è diventato più importante.
Pazienza.
Io però me lo ricordo, e voglio ricordare che astronomicamente parlando il nuovo anno (e non ho idea del numero, come non può saperlo nessuno!) inizia il 22 dicembre 2015 alle 4:48 del mattino.
Stante che a quell’ora dormirò, mi limiterò a celebrare sobriamente l’evento, stasera.
Nel mio sito c’è pure un conto alla rovescia… ma resta un fatto: questo 2015 è stato uno dei peggiori fra quelli che ho vissuto. Quindi mi auguro un nuovo anno non dico felice e prospero, ma mi accontenterei di un po’ meno di merda.
Non essendoci nessuno cui chiedere intercezione, mi limito a sperare. Non è già buono, sperare?