Primo maggio

primo maggio

Se ci sono due cose che, in Italia, hanno sempre meno valore grazie ai nostri governanti, si tratta della magistratura e dei lavoratori.

Sulla magistratura inutile spendere parole: è chiaro che chi delinque ha interesse nel delegittimare chi giudica.

I lavoratori invece, sono una bella cosa. Sono una mucca sempre gravida, che da il latte più grasso.

Perché festeggiare il primo maggio il lavoro? Cavolo, è ovvio come festeggiare il santo patrono: oppio per il popolo.

Perché se il lavoro fosse qualcosa di sacro e importante (come dovrebbe essere), chi governa si preoccuperebbe di tutelarlo, di crearne altro, di fare in modo che tutti ne abbiano a disposizione.
Cosa c’è di meglio che spendere un giorno a celebrare qualcosa che in realtà ci da fastidio?

Perché per chi governa il problema non è il lavoro, ci mancherebbe altro visto quanto gli arriva in tasca, il problema sono i lavoratori.

I lavoratori, una massa di persone che hanno l’assurda pretesa di essere protetti. Da cosa? Dai grandi pericoli del lavoro?

Così via i contratti con minimali a tutela della dignità di chi lavora. Che palle, tutta questa gente che pretende! La tutela va data a chi elargisce!

Così avanti il lavoro pagato con i voucher, che serve solo ad avere un gettito immediato per lo stato (s minuscola voluta).

Così avanti l’abolizione dei limiti e ci troviamo (qui sulla splendida riviera romagnola) con gente che lavora nell’industria del turismo a 2,00€ all’ora.

Le tutele fatte? Oggi non puoi andare a lavorare se non hai almeno 16 anni ma quando ti prendono a lavorare o sei in una categoria detassata e defiscalizzata e senza contribuzione, con infiniti limiti di tipologia di lavoro ed orari, oppure niente lavoro. Però in caso è richiesta l’esperienza.

Chiedi che tutela ha un lavoratore che viene licenziato (a prescindere da giusta causa o no) e viene punito con la trattenuta di un mese di quel 75% che prende per la disoccupazione.

Vuoi andare in piazza e festeggiare con un megaconcerto? Libero di farlo. Ma attenzione, ricorda che stai festeggiando un governo che dal primo giorno di vita ti piazza un cappio al collo ed è libero di impiccarti quando vuole.

Festeggerò in piazza quando il lavoro sarà una cosa bella, che accomuna tutti, in cui non ci saranno “gerarchie” a stabilire quale lavoro valga di più di un altro, quando il lavoratore sarà una risorsa e non un problema.

Di Published On: 1 Maggio 2016Categorie: BlogTag: ,

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