Art.Ro.Si. – La saga dei Malatesti, tragicommedia dell’arte
Fin dalle origini il teatro, tra i suoi molti aneliti, ha mostrato quello di interpretare la società e la storia dell’uomo: nel concetto di “rappresentazione” si esprime meglio che in qualsiasi altro la chiarezza di tale intento. Si è trattato e si tratta in sostanza di interpretare il proprio tempo e tramandarne la testimonianza del suo corso attraverso il tratto profondo seppur non indelebile dell’arte teatrale, arte che però non è e non può essere rinchiusa nell’angusta seppur dorata prigione della scrittura. Accade anche che una particolare forma di teatro tramandi essa stessa poiché entra a far parte a pieno titolo dei fenomeni storici che caratterizzano una determinata società in un determinato tempo: quando ciò accade, quando nasce l’idillio fra teatro e società, l’epoca che ne testimonia le nozze è solitamente un’epoca fortunata. Così deve essere stato per buona parte del Medioevo e certamente per tutto il Rinascimento perché fu allora che sullo slancio di un grande fermento religioso, militare, politico, sociale, economico ed artistico spiccò il volo la più straordinaria delle forme teatrali che il nostro paese abbia generato: la Commedia dell’Arte. Non vi fu corte italiana dell’epoca che non avesse a palazzo una compagnia di comici, stabile o in transito, e non vi fu signore che non amasse ritrovarsi interpretato da uno qualsiasi dei grandi attori del tempo. Così, o meglio, anche cosà si tramandarono le storie e le leggende del ‘500 e del ‘600. Oggi, a distanza di cinque secoli, la Commedia dell’Arte vive ancora in Italia e in tutto il mondo e sempre di più i giovani attori si alternano sui palcoscenici a indossare le maschere celebri di Arlecchino e compari e sempre più il pubblico si dispone con divertimento e curiosità ad ascoltare storie antiche ricostruite con i canoni della modernità. Con questi intenti teatrali ho affrontato le storie dei Malatesta e del territorio di Romagna estrapolando i tratti salienti di vicende che diedero vita a una vera e propria epopea. Il titolo, La saga dei Malatesti, non deve trarre in inganno: nulla potrà essere generico nè lasciato al caso grazie al prezioso lavoro degli attori e di tutti coloro che si troveranno a collaborare alla messa in scena di questo spettacolo, insieme racconteremo la Storia ma dispenseremo leggerezza.
Eugenio Allegri