Speriamo bene
Cosa si può fare se non provare a sperare che il nuovo anno vada bene?
Oppure, magari, non bene. Non in senso assoluto, ma almeno meglio del 2016.
Il 2016 è stato un anno veramente orribile. A parte le guerre che continuano, quelle nuove e quelle prospettate, la quantità di morti legata alla cultura ed alle arti è stata altissima. Anche alla politica.
Un amico lo ha postato su Facebook, un elenco. Non so nemmeno se completo, anzi sicuramente qualcuno manca.
David Bowie, Alan Rickman, Franco Citti, Ettore Scola, Umberto Eco, Naná Vasconcelos, Keith Emerson, Paolo Poli, Gianmaria Testa, Gato Barbieri, Cesare Maldini, Karina Huff, Prince, Lino Toffolo, Marco Pannella, Giorgio Albertazzi, Muhammad Ali, Marina Malfatti, Bud Spencer, Michael Cimino, Abbas Kiarostami, Héctor Babenco, Clown Dimitri, Franca Faldini, Virgilio Zernitz, Marta Marzotto, Anna Marchesini, Daniela Dessì, Arrigo Lora Totino, Gian Luigi Rondi, Laura Troschel, Andrzej Wajda, Dario Fo, Luciano Rispoli, Tina Anselmi, Leonard Cohen, Umberto Veronesi, Enzo Maiorca, Vittorio Sermonti, Fidel Castro, Peter Vaughan, Greg Lake, John Glenn, George Michael, Carrie Fisher.
Nella politica poi, fra Italia e estero, è successo di tutto. Tranne che certe persone sparissero. Quelle, come sempre, sopravvivono a tutti i cambiamenti.
Quando si diceva che gli insetti sarebbero stati la sola cosa in grado di resistere ad un bombardamento nucleare (ovviamente non è vero) avevano dimenticato di indicare i politici italiani. Quella è materia inataccabile.
Gente che doveva riparare il danno fatto e poi ritirarsi in attesa del voto democratico del popolo, dopo nemmeno 48 ore dall’insediamento ha garantito di essere lì per restare. Non eletti dal popolo, ma generati per partenogenesi all’interno dei partiti, che ormai non rappresentano nemmeno più, scissi in decine di correnti e correntine.
Piccoli esseri viscidi, ma potentissimi.
Vedere poi uno assurto a eroe per avere ammazzato un probabile terrorista senza nemmeno sapere chi era, e per di più averlo preso così sotto gamba da essere stati colpiti per primi, rasenta il culmine dell’assurdo. Quasi una ciliegina sulla torta marcia del 2016.
O vedere una banca dilapidare miliardi e salvare culo e poltrona a gente che meriterebbe di andare a vivere con i 500€ al mese che rimedia un giovane quando (e questo sì che è culo) trova lavoro. Oppure pagarli con i vaucher.
Questo sì che per loro è stappare champagne! Fuori dall’Italia quando una banca fallisce, fallisce e basta. Non si chiama il governo a pagare i conti, operazione che richiede aumenti di costi che tutti pagheremo.
La cosa che mi scombina di più sono quei forse 500.000 morti in Siria. O quei poveracci che congelano e affogano nell’attraversare il mare. Quelli non si può nemmeno ipotizzare quanti siano. Tutta questa gente, come la conteggiamo?
Tocca fare finta di niente, tanto spariranno dalle cronache alla prima occasione.
Tocca stappare la bottiglia e festeggiare l’arrivo del 2017.
E quest’anno è andata di culo anche con i “festeggiamenti”: solo 184 feriti nella notte di capodanno. Nemmeno un morto. Un lutto enorme per la stampa, che non ha potuto mandare i propri avvoltoi a casa dei parenti dei morti a chiedere “cosa ne pensa” oppure, sempre in hit parade “ottenere giustizia”.
Ecco, diciamo che in 184 hanno assaggiato, in piccolo, quello che in Siria hanno tutti i giorni. Non so se hanno gradito, ma non credo.
Per cui domani si ricomincia. E se non speri, sono cavoli amarissimi.